Il tema delle pensioni e del lavoro in questo momento di crisi è centrale per tutti i partiti.
Nei loro programmi elettorali i maggiori partiti in corsa al voto di settembre si sono concentrati su dei temi cruciali come tasse, inflazione crisi ambientale, lavoro, pensioni e riforme. Il problema delle pensioni è sempre stata una promessa di Berlusconi e quasi un’ossessione per Salvini. Infatti in campagna elettorale sono tornati a occuparsi di questo argomento.
Pensioni
Berlusconi ha parlato delle pensioni minime a 1000 euro mentre Salvini di “quota 41”. Come per la flat tax sono promesse non inserite nel programma elettorale quantomeno in maniera dettagliata lasciando l’argomento in modo molto vago come la «flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale». Stessa proposta del Pd che in più promette di andare in pensione a 63 anni per alcune categorie. Il M5s invece non fa grandi promesse oltre a impedire il ritorno della legge Fornero.
Lavoro
Per quanto riguarda il lavoro la destra nel suo programma propone l’abolizione del reddito di cittadinanza e l’introduzione di misure di inclusioni sociali per l’inserimento nel mondo del lavoro. Meloni ha dichiarato di voler mantenere il rdc per le persone che hanno necessità ovvero famiglie con anziani, disabili e minori. Il Pd invece propone di “ricalibrare” il reddito di cittadinanza, l’introduzione del salario minimo e obbligo di retribuzione per stage curriculari e abolizione di quelli extra curriculari.
Anche il terzo polo, come da sempre batte Renzi, propone di togliere il reddito di cittadinanza al primo rifiuto di offerta di lavoro e dopo due anni riduzione di un terzo del reddito. Anche Renzi e Calenda propongono l’introduzione del salario minimo.
Istituzioni
Sulle riforme istituzionali invece la destra punta al presidenzialismo, ovvero l’elezione diretta del capo dello Stato. Il M5s vuole introdurre la “sfiducia costruttiva”, una misura che prevede che un governo non possa essere sfiduciato se contestualmente il parlamento non vota la fiducia a un altro governo. Il programma dei grillini propone il voto a 16 anni, il divieto di cambiare partito durante una legislatura e il limite di doppio mandato a tutti.
Il programma del PD parte da una nuova legge elettorale in sostituzione del Rosatellum attuale. Il terzo polo invece vuole introdurre il sindaco d’Italia, ovvero lasciare agli elettori la scelta del presidente del Consiglio e non alla maggioranza di governo.